4 Ragioni per cui scegliamo la carriera sbagliata

da Mar 24, 2022Coaching

Che cosa mi risponderesti se ti facessi questa domanda:

“Tu senti di avere scelto la carriera sbagliata?”

 

Visto che sei qui, credo di poter intuire la risposta, altrimenti non vorresti sapere quali sono le 4 ragioni per cui scegliamo la carriera sbagliata, giusto?!

Qualunque sia la tua posizione a riguardo, a giudicare dal fenomeno della “great resignation”, ormai ampiamente in corso anche qui in Italia, sembrerebbe essere una situazione comune a molti.

Nel mio piccolo, posso confermare di trovarmi spesso a lavorare con clienti che desiderano cambiare strada professionale, perché sentono di avere scelto la carriera sbagliata.

Quando dico “sbagliata”, intendo dire non adatta alla propria personalità, non (più) allineata con i propri valori, insoddisfacente o anche fonte di malessere profondo.

Essere infelici nel proprio ruolo professionale, non è cosa da poco, considerando quante ore, mesi e anni si trascorrono lavorando!

Senza contare l’impatto che, vivere in un perenne stato di stress e insoddisfazione, ha sulla nostra salute fisica e mentale, sulla nostra vita privata e le nostre relazioni.

Risulta quindi evidente l’importanza del processo decisionale legato alla scelta della carriera, che, a sua volta, va ad influenzare tutte le sfere della nostra vita.

 

  • Ma come avviene esattamente questo processo?
  • Che cosa ci spinge ad intraprendere una certa strada professionale, invece di un’altra?
  • Quali fattori entrano in gioco e quali influenzano maggiormente la nostra scelta?
  • E, soprattutto, è possibile porvi rimedio, una volta capito di avere commesso un errore?
  • La risposta è sì, è possibile porvi rimedio!

 

Cambiare strada professionale, o reinventarsi, che dir si voglia, è sempre possibile e qui puoi trovare alcuni articoli pieni di consigli per farlo al meglio:

“Reinventarsi a 40 anni: 4 cose che devi sapere”

“6 Segni che è ora di cambiare lavoro”

“4 Consigli per cambiare strada professionale”

“3 Falsi miti sullo scopo della tua vita, che ti impediscono di trovarlo”

“La crescita personale non si fa con i libri”

 

Per rispondere alle domande che ho posto qualche riga fa, andiamo a vedere insieme quali sono (secondo me) le 4 ragioni per cui scegliamo la carriera sbagliata:

 

 

1 – Non ci conosciamo abbastanza

 

Se consideriamo che ragazze e ragazzi devono scegliere il proprio percorso universitario a diciotto o diciannove anni, capiamo bene che, la probabilità di incamminarsi nella direzione sbagliata, (sempre secondo la definizione che ho usato nel paragrafo precedente) è alta.

Una volta intrapreso un certo percorso di studi, ci si ritrova inevitabilmente davanti ad alcune opportunità, mentre altre diventano sempre meno probabili o più complesse da afferrare e così, ci si dirige verso quella che sarà la nostra professione.

Entrando nel mondo del lavoro però, può arrivare la doccia fredda: il campo che abbiamo scelto non fa per noi e ci sentiamo pesci fuor d’acqua.

Oppure scopriamo che non ci interessa assolutamente occuparci di ciò che il nostro ruolo ci richiede: aiuto, abbiamo scelta la carriera sbagliata!

Lo scontro con la realtà può anche non arrivare subito, ma palesarsi dopo diversi anni, causando grande sconforto e confusione.

Sono tantissimi i quarantenni  e cinquantenni che si accorgono di essere nel posto (o ufficio!) sbagliato, magari dopo dieci o quindici anni di quella vita.

Se ti riconosci in una di queste descrizioni, non abbatterti e non colpevolizzarti per non essere stata in grado di scegliere la carriera giusta per te.

Come dicevo, non ci conosciamo abbastanza bene nemmeno a quarant’anni, figuriamoci a diciotto!

L’autoconsapevolezza è una delle cose più complesse da ottenere, richiede introspezione, sì, ma anche tempo ed esperienze.

Solo sperimentando, mettendoci alla prova e poi riflettendo su noi stessi, riusciremo a conoscerci meglio, a diventare, cioè, più autoconsapevoli.

Capire che cosa ci farà sentire realizzati è difficile, soprattutto se non si sono avute molte esperienze lavorative.

L’importante è non perdersi d’animo e continuare a scoprire che cosa davvero ci interessa e motiva.

 

  • Ad esempio: che tipo di impatto vuoi che abbia il tuo lavoro?
  • Preferisci lavorare da sola o in gruppo?
  • La vita da libero professionista ti intriga, o non rinunceresti mai allo stipendio sicuro a fine mese?
  • Quali sono i tuoi interessi?
  • Che cosa volevi fare da bambina?
  • Per che cosa ricevi sempre complimenti?

Queste sono alcune delle domande che ti farei se tu fossi una mia cliente, convinta di avere scelto la carriera sbagliata, e alla ricerca di una nuova strada professionale: prova a rispondere, ti sorprenderai!

carriera, colloquio di lavoro

2 – Ci lasciamo influenzare dagli altri

 

Quando si tratta di prendere decisioni importanti, come quelle che riguardano la nostra carriera, tendiamo a chiedere consiglio e a guardare le persone che ci stanno intorno.

Oppure ci ritroviamo a ricevere suggerimenti non richiesti da famigliari e amici, sempre pronti a dispensare le loro perle di saggezza, anche (o soprattutto!) quando la loro vita dimostra che, in realtà, così bravi a trovare la propria realizzazione non siano poi stati.

Apro una piccola parentesi: queste sono proprio le persone che non dovresti ascoltare!

Ascoltare gli altri non è una cattiva idea, ma solo a patto che lo si faccia brevemente e che poi si torni a rivolgere lo sguardo all’interno.

Le risposte giuste per noi sono custodite lì e nessun’altro ce le può dare!

Invece, molto spesso, seguiamo i consigli dei nostri genitori, che magari nemmeno riconoscono appieno il nostro potenziale, o che hanno una visione del mondo del lavoro totalmente diversa dalla nostra, probabilmente superata, per ovvi motivi di età.

Ancora più problematici sono quei casi in cui si è più o meno “invitati” a seguire le orme della propria madre o del proprio padre, o a prendere in mano l’attività di famiglia, anche quando non si è mai espresso il desiderio di farlo, condannandosi in questo modo ad una vita di eterna insoddisfazione.

Alcuni genitori, forse inconsapevolmente (ma non ne sarei troppo sicura), scaricano sulle spalle dei propri figli il peso dei propri sogni irrealizzati, obbligandoli a inseguirli per loro e a raggiungere quel successo che a loro è sfuggito.

Questi scenari non possono che portare frustrazione e infelicità e, per chi trova il coraggio di abbandonarli e cercare la propria strada, resta comunque la sfida di doversi reinventare professionalmente.

Naturalmente questo è sempre possibile, anche a quaranta o cinquant’anni e, se segui i miei contenuti e conosci la mia storia, sai che è davvero così.

Certo, non è facile fare inversione di rotta dopo che si sono investiti tempo, energia e denaro in un certo percorso di studio o di lavoro, ma se non si è felici, che senso ha restare dove si è?

 

 

 

3 – Abbiamo un’idea irrealistica del lavoro che scegliamo

 

 

Ovvero, perdona la metafora da mercato, ma mi piace essere chiara (in tutti i sensi!) e semplice: crediamo che andremo ad occuparci di mele e invece ci troviamo ad occuparci di pere.

Oppure, ci immaginavamo giornate dinamiche e stimolanti e invece moriamo di noia; o ancora, speravamo di non dover lavorare nei weekend e festivi e invece ci tocca.

Quante volte ho sentito dire ai miei clienti la frase “pensavo che il mio lavoro sarebbe stato molto diverso”!

Il senso di confusione nasce proprio da qui, perché quando scegli un tipo di carriera convinto che ti piacerà, e poi scopri che il lavoro che fai non assomiglia per niente a ciò che ti aspettavi, ti senti ancora più sfiduciata e cominci a dubitare della tua capacità di decidere per te stessa.

Sai che devi cambiare strada, ma l’idea di fare un altro errore e passare dalla padella alla brace ti spaventa e ti impedisce di agire.

Il fatto è, che è davvero difficile avere un quadro realistico della professione che andremo a svolgere, prima ancora di cominciare.

Ecco perché è fondamentale parlare con chi fa il lavoro che tu vuoi fare, in modo da andare a scoprire il più possibile che cosa comporta VERAMENTE ricoprire quel ruolo, come si svolge una giornata di lavoro tipo, che stile di vita si avrà, quali caratteristiche è importante possedere e quali difficoltà ci si deve aspettare di incontrare.

Così come è importante conoscere il settore in cui ci si muoverà e le sfide realistiche che presenta per chi si muove al suo interno.

Ad esempio, quando qualcuno mi contattata perché vuole avere informazioni sulla professione di Life Coach, cerco di essere il più trasparente possibile e spiego che non è semplice farcela, che bisogna lavorare tanto e, soprattutto, che bisogna cercarsi clienti e opportunità di lavoro da soli.

Ultimamente, infatti, mi imbatto in persone molto deluse da questa professione, perché (per qualche ragione a me sconosciuta) si aspettavano che fosse semplice, e che le occasioni di lavoro arrivassero magicamente da sole e, invece, si trovano a dover abbandonare perché non riescono a trovare abbastanza clienti.

Chissà, forse se avessero chiesto a chi la svolge davvero, si sarebbero preparati meglio, oppure avrebbero scelto di fare qualcos’altro.

Tu con chi potresti parlare, per farti un’idea del lavoro che vorresti svolgere o della carriera che sogni di intraprendere?

ragazza con monete, denaro

4 – Diamo troppa importanza alla sicurezza economica

 

E già ti vedo scuotere la testa e protestare!

Lo so che la sicurezza economica è importante e che dovrebbe sempre essere presente, per considerare una professione degna di tale nome, ma non dovrebbe esserlo più di altri aspetti.

Prediligere una carriera perché sappiamo che ci farà dormire sonni tranquilli, senza prendere seriamente in considerazione se ci renderà davvero felici, sarà un grosso errore, che prima o poi ci presenterà il conto da pagare.

Non è forse per questo motivo che sei qui a leggere il mio articolo?

Scommetto che il problema principale nel tuo attuale lavoro non è lo stipendio, vero?

Forse non sarà a sei cifre, ma ci vivi dignitosamente, eppure non basta a renderti felice.

Vorresti sentirti più coinvolta, avere più impatto sugli altri e sul mondo, usare tutto il tuo potenziale, imparare, crescere, insegnare, creare qualcosa di utile o risolvere un problema importante, tanto per elencare alcuni dei desideri che i miei clienti mi confidano.

Il problema è che, al momento di scegliere il tuo percorso di carriera, non sapevi ancora tutte queste cose e, influenzata da amici e famigliari, hai scelto la sicurezza (qui i punti 1 e 2 si sommano!).

Scegliendo la sicurezza, hai inevitabilmente chiuso la porta in faccia a tutte quelle professioni meno tradizionali, più rischiose o più creative che, però, hanno un enorme potenziale in termini di realizzazione e gratificazione.

Alzi la mano chi non ha mai sentito dire “con l’arte non si mangia”, oppure “eh ma la partita iva è un rischio” e via di seguito con la fiera delle banalità.

E così ci si ritrova sempre sulle strade più battute, quelle attraversate da milioni di altri prima di noi, ben illuminate, piene di segnaletica, dove perdersi è impossibile, ma addormentarsi al volante è molto facile.

E se per una volta scegliessi la strada meno battuta?

Se prima di pensare allo stipendio e ai contributi per la pensione che non prenderai mai (ops!), ti chiedessi che cosa ti piacerebbe fare veramente?

 

In conclusione

Qualunque sia la ragione per cui pensi di avere scelto la carriera sbagliata, non ha senso colpevolizzarti.

Hai sicuramente scelto l’opzione che al momento ti sembrava più adatta a te, in base a ciò che sapevi e sentivi in quel momento.

Ora, ciò che invece ha senso fare, invece di perderti in un mare di rimorsi, è riflettere su ciò che vorresti fare oggi e domani e cominciare ad agire per renderlo possibile.

E se non sei sicura di che cosa vorresti fare o come realizzarlo, no problem, ci sono io, questo è il mio lavoro!

 

Ti aspetto!

 

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