Reinventarsi a 40 anni: 4 cose che devi sapere
Reinventarsi a 40 anni ( o a 50 anni) è possibile! Ecco 4 cose che devi sapere.
In questo articolo ti spiego perché è possibile e come farlo al meglio.
L’idea di fare lo stesso lavoro per tutta la vita non mi ha mai attirato, ma so che per tanti è o è stato un sogno, un ideale a cui aspirare e, per alcuni, la realtà.
Ultimamente, però, sono sempre di più le persone che si trovano a dover affrontare un cambiamento professionale nella seconda parte della propria vita.
La pandemia, purtroppo, ha fatto la sua parte eliminando moltissimi posti di lavoro, ma non solo: in alcuni casi ha svolto un ruolo di “risveglio” degli animi.
Molti si sono resi conto di non essere affatto soddisfatti del proprio lavoro, o meglio della propria carriera, che è una cosa ben diversa e molto più complessa da gestire.
Il tempo a disposizione, l’isolamento e il nuovo modo di svolgere le proprie mansioni hanno portato alla luce tutti i limiti delle proprie scelte, generando un profondo senso di frustrazione.
Non solo, per alcuni è stata la prima vera occasione per confrontarsi con la fragilità dell’essere umani, con la paura di morire e quindi con l’ansia di non vivere pienamente.
All’improvviso la sicurezza non basta più, c’è voglia di provare passione per ciò che si fa, nasce il desiderio di trovare lo scopo della propria vita, di dare un senso a tutte quelle ore passate alla scrivania, davanti ad un computer, giorno dopo giorno e anno dopo anno.
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Naturalmente non è stato così proprio per tutti, e c’è una bella differenza tra doversi reinventare e volerlo fare.
Ad esempio, io ho scelto consapevolmente di reinventarmi e cambiare strada professionale nel 2016, a quarantadue anni, nessuno mi ha obbligato, sono stata io a volerlo.
Nonostante ciò, non è stato per niente facile: ho dovuto riqualificarmi, imparare tantissime cose nuove e questo ha richiesto uno sforzo mentale e fisico enorme.
Detto questo, è stata la scelta migliore che potessi fare per me stessa e l’unico rimpianto che ho è di non essermi decisa prima!
Ecco perché sono qui a parlartene oggi (ok, anche perché è uno dei temi principali su cui lavoro con miei clienti), per incoraggiarti a fare il salto se è tanto che ci stai pensando e per supportarti se il salto, volente o nolente, ormai lo hai fatto.
In questo articolo voglio condividere alcune riflessioni che credo ti saranno d’aiuto sia che tu ti trovi in questa situazione per scelta, sia per necessità.
Cominciamo?
Reinventarsi a 40 anni: 4 cose che devi sapere!
1 – Prima di reinventarti
Innanzitutto, voglio chiarire che cosa intendo dire per “reinventarsi”: per me significa cambiare occupazione, fare un lavoro molto diverso da quello precedente o da quello per cui ci si è formati in passato.
Questo può voler dire cambiare ruolo, azienda o anche mettersi in proprio.
Reinventarsi, però, non significa necessariamente aprire un’attività, fare lavori di nicchia o diventare dei “creativi” a tutti i costi se non lo si è. Ti sembra più fattibile ora?
Bene, perché voglio dirti che reinventarsi a quarant’anni (o cinquanta!) è davvero possibile.
Io ci sono riuscita, e come me tantissimi altri ci riescono ogni giorno.
Quello che ti serve, è innanzitutto fare chiarezza su che tipo di cambiamento desideri; poi dovrai fare un bilancio delle tue competenze ed acquisire quelle necessarie alla tua nuova professione, insomma dovrai rimetterti a studiare e riqualificarti.
Restando in tema di bilancio, fatti due conti e vedi che disponibilità hai, cioè che cosa ti puoi permettere e per quanto tempo: se sei già senza lavoro (magari sei in cassa integrazione o mobilità), quanti giorni, settimane o mesi puoi andare avanti prima di aver bisogno di un altro lavoro e quanto puoi investire in formazione o in ciò che ti serve per avviare la tua nuova professione.
Se al momento stai lavorando, ti consiglio di cominciare da subito a compiere i primi passi per realizzare il tuo progetto di trasformazione professionale.
I cambiamenti richiedono tempo per essere attuati, specialmente se non ci si può dedicare ventiquattr’ore su ventiquattro.
Non aspettarti di riuscire a reinventarti in qualche mese, leggendo un libro o guardando video sui social, perché non è così che funziona, purtroppo.
2 – Parti dai tuoi interessi
Se ricordi, ho scritto che reinventarmi non è stato affatto facile e che mi ha richiesto un grande sforzo.
Una delle caratteristiche del cambiamento è, appunto, la complessità, ecco perché la maggioranza delle persone non ama cambiare e cerca di evitare il più possibile tutte quelle situazioni che richiedono loro di farlo.
Quindi, se dobbiamo affrontare un cambiamento, a mio parere, ha senso farlo per migliorare noi stessi e la nostra vita, per essere più felici, in somma.
E se non abbiamo scelto noi di cambiare?
Il discorso non cambia (scusa il gioco di parole!): perché complicarsi la vita?
Perché odiare ogni momento di una fase che comunque siamo costretti a vivere?
E soprattutto, perché non provare a trasformare la crisi in un’opportunità? Che cosa abbiamo da perdere?
Partire dai propri interessi è il modo migliore per reinventarsi e per farlo con piacere.
Che senso avrebbe altrimenti, cambiare per trovarsi di nuovo a fare un lavoro che si detesta?
Le nostre passioni sono la nostra ricchezza e possono essere un vero e proprio serbatoio di idee, competenze e opportunità.
Trasformare un hobby in una professione sta diventando sempre più comune, e sai perché?
Perché quando facciamo qualcosa che ci piace, siamo più propensi ad impegnarci, sia nello studio che nella pratica.
Studio e pratica portano ad eccellere e l’eccellenza è ciò che distingue un dilettante da un professionista.
Quando diventi eccellente nella conoscenza o nell’esecuzione di qualcosa diventi prezioso sul mercato, perché sai fare molto bene qualcosa che altri non sanno fare, oppure lo sai insegnare.
Ad esempio, io ho scelto di seguire il mio interesse per la crescita personale, mi sono formata come coach e ho creato la mia attività, ma questo è solo un esempio.
Piccola precisazione: la mia passione per la crescita personale è cominciata nella prima metà degli anni ’90 (tu eri già nato o no?!), quando ho iniziato a leggere i libri di self help di autori americani in lingua inglese, perché in italiano nemmeno si trovavano.
Questo per dire che ho scelto di trasformare in professione una passione che avevo da una vita, non qualcosa che avevo scoperto 2 anni prima.
Consiglio: occhio a cercare di trasformare in un lavoro hobby troppo recenti, prima di avere la certezza che siano davvero così importanti per te.
Quindi, parti da ciò che ami fare nel tempo libero e prova a riflettere su come potresti utilizzare queste tue competenze in una professione.
Oppure pensa a quali interessi ti piacerebbe approfondire per raggiungere un livello più alto di conoscenza o abilità, ormai le opzioni di formazione online e master sono infinite.
3 – Non deve essere per forza un cambiamento estremo
Se l’idea di un cambiamento drastico ti terrorizza, o semplicemente, non è nelle tue corde, non preoccuparti! Non devi per forza buttare via tutto ciò che hai costruito in anni di lavoro, studio e sacrifici.
Non mi stancherò mai di ripeterlo, che sia una scelta o meno, la tua nuova carriera deve renderti felice, non gettarti nello sconforto!
Ognuno di noi è diverso, non c’è una soluzione adatta a tutti, ecco perché io non faccio corsi, ma percorsi di coaching individuali, in cui ogni persona porta con sé il proprio vissuto e io la aiuto a sfruttarlo al meglio.
Perciò se senti di voler creare qualcosa di nuovo partendo dalle basi che già possiedi, va benissimo, anzi è molto più semplice.
Un po’ come voler ristrutturare una casa invece di costruirne una nuova da zero.
L’esempio più classico, in questi casi è quello di chi decide di mettersi in proprio, ma svolgendo sempre lo stesso mestiere: hai lavorato per anni nel marketing per una multinazionale e ora vuoi offrire consulenze a piccoli business.
Oppure ti occupavi di risorse umane e recruitment in una grande azienda e ora vuoi diventare consulente di carriera.
Un altro esempio potrebbe essere quello di una persona che ha lavorato nel settore del turismo e decide di reinventarsi come insegnante di lingue, sfruttando alcune delle sue competenze, ma in un altro ambito.
Niente di folle direi, o no?
Niente che tu non possa fare con un po’ di impegno e un minimo di formazione.
Cosa dici, il tuo sogno ti sembra già più vicino?
4 – Quello che serve davvero
Quello che serve davvero per reinventarsi a quaranta o cinquant’anni è la capacità di rimettersi in gioco, ovvero il coraggio di mettersi alla prova in campi differenti da quelli in cui si è abituati a muoversi.
Per fare questo, è necessaria curiosità, ma anche molta umiltà.
L’umiltà è fondamentale nelle trasformazioni: in primo luogo, chi non è umile non riesce ad imparare niente di nuovo.
Se siamo convinti di sapere già abbastanza, diventa difficile apprendere.
Non solo, quando ci incamminiamo su una nuova strada professionale, diventiamo nuovamente dei principianti ed essere gli ultimi arrivati, o quelli meno esperti, richiede umiltà.
So che non è facile affacciarsi al mondo in una nuova veste, soprattutto se per anni hai avuto un ruolo di leadership, svolgevi il tuo lavoro ad occhi chiusi, conoscevi il settore come le tue tasche, eri stimato, rispettato e magari anche invidiato.
Ti fa paura l’idea non avere più tutte le risposte, ti senti insicuro senza più il tuo “titolo” e tutto quello che significa, perché è molto più di un lavoro, è la tua identità professionale e personale.
Tu però non lasciare che la paura ti impedisca di provarci, fai almeno un tentativo, così da non avere rimpianti e vedrai che tra un anno sarai felice di aver creduto in te stesso.
Sarà un po’ come ricominciare, come tornare a vent’anni e al tuo primo lavoro.
Questa volta però, non arriverai a mani vuote, il tuo bagaglio di conoscenze ed esperienze professionali verrà con te nella tua nuova avventura e, credimi, ti sarà utilissimo.
Allora, sei pronto a fare il primo passo per cominciare a reinventarti?
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